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Roberta Siracusa, vittima di femminicidio. Gaetano Giunta del Foro ennese difensore del fidanzato, fortemente sospettato

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Proseguono le indagini sulla morte di Roberta Siragusa, la 17enne ammazzata domenica scorsa. Molti sono i dubbi sull’accaduto e molti sono gli sfregi sul corpo della ragazza, bruciata e gettata in un burrone fra rifiuti e arbusti. A far ritrovare il corpo di Roberta è stato il fidanzato, Pietro Morreale di 19 anni, che si è avvalso della facoltà di non rispondere benchè fortemente sospettato di femminicidio. Il rapporto fra i due pare sia stato segnato dalle violenze e dalle sopraffazioni di Pietro, dovute alla “fortissima attitudine al delitto”, come recitano le parole del giudice e non alle fisiologiche liti causate da “un sentimento morboso”. Roberta forse aveva compreso la pericolosità di un rapporto avvelenato dalla possessione e forse aveva provato a liberarsene, ma… Il resto appartiene alla cronaca nera. Roberta “aveva il capo pressoché rasato ed il volto tumefatto”, dice la relazione del ritrovamento. Potrebbe essere l’effetto del fuoco? Forse, ma potrebbe essere anche un ulteriore, ignobile sfregio voluto dall’assassino. L’avvocato di Pietro Morreale ha rinunciato al mandato difensivo che è stato assunto dal dott. Gaetano Giunta del Foro ennese.

Gabriella Grasso


Enna. Imprenditori ennesi si riuniscono non rispettando normativa anti-covid, un centinaio di verbali per oltre 40mila euro

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È stata una mattinata all’insegna delle sanzioni per la violazione alla normativa in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 quella trascorsa ieri nella città di Enna. I carabinieri della locale Compagnia, infatti, nel corso di un servizio segnatamente mirato alla prevenzione e repressione di condotte contrarie alle norme anti-Covid, inserito in un più ampio piano di controlli coordinati dal Comando Provinciale di Enna, hanno elevato un centinaio di verbali ad altrettante persone, riunite in un congresso, espressamente vietato dalle norme vigenti su tutto il territorio nazionale.

Nel dettaglio, i militari sono intervenuti nel bel mezzo di una riunione tra imprenditori, organizzata da una ditta del posto, trovandosi di fronte ad un vero e proprio assembramento di massa. I partecipanti – accalcati e seduti a distanze reciproche nettamente inferiori al metro, alcuni di loro, addirittura, senza mascherina – erano infatti impegnati in un convegno, tenuto dal responsabile dell’impresa, per la discussione dei dati statistici, del fatturato dell’azienda e per la divisione delle provvigioni tra i convenuti, tutti titolari di partita Iva, in palese violazione delle norme di prevenzione e contenimento del contagio.
Alla vista dei carabinieri, alcuni dei trasgressori, resisi conto di trovarsi in una situazione di pieno ed ingiustificato contrasto alle norme del D.P.C.M. e dell’Ordinanza Regionale attualmente in vigore, hanno persino tentato di sottrarsi al controllo, dandosi alla fuga, venendo però successivamente rintracciati dalle pattuglie in circuito sull’intero territorio del capoluogo ennese.
Il controllo si è concluso con l’elevazione di cento sanzioni per la violazione di diversi articoli del D.P.C.M. del 14 gennaio 2021 e con l’applicazione di sanzioni amministrative per un ammontare complessivo di 40.000,00 euro. Successivamente al controllo, i carabinieri hanno anche accertato che alcuni dei contravventori erano già stati sanzionati in un analogo servizio di polizia, svolto nei primi giorni del mese di gennaio, con la conseguenza che nei confronti di costoro sarà applicata una sanzione amministrativa più salata del normale, configurandosi la recidiva per la quale sono previsti importi in misura doppia rispetto a quella ordinaria.

Due autisti di assessori regionali, presenti a Pergusa alla riunione di Giunta, positivi al Covid

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Due autisti di assessori regionali positivi al Covid. Scatta l’allarme nel Governo Musumeci.

Due autisti degli assessori regionali Mimmo Turano e Alberto Pierobon sono risultati positivi al Covid. Una notizia che ha finito per creare legittima apprensione negli ambienti della Giunta regionale anche perché, la stessa, domenica scorsa ha preso parte ad una riunione di giunta convocata da Musumeci in un albergo di Pergusa.
In quell’occasione, il vertice è durato tutto il giorno, anche se gli assessori hanno indossato la mascherina. In queste ore sono stati diversi gli assessori regionali che hanno effettuato il tampone. Al momento non si registrerebbero altri casi di positività.

“Terremoto” a Leonforte. Indagato il primo cittadino

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L’annus horribilis 2020 si è chiuso con un pettegolezzo che è diventato cronaca giudiziaria ai primi del 2021. Da tempo il paese mormora sulle visite frequenti delle Fiamme Gialle agli uffici comunali, visite riguardanti -pare- l’assunzione chiacchierata di due persone dall’Srr (Società per la regolamentazione del servizio dei rifiuti) di Leonforte. Le “filame” sono diventate più assidue dopo le dimissioni del sindaco dalla presidenza della Srr, quasi a anticipare un imbarazzante conflitto? Il primo cittadino si dice sereno e fiducioso. Gli argomenti appaiono confusi ai più e le domande sono molte: assunzioni su indicazione del Tribunale del Lavoro, a richiesta? Ingerenze o regolare procedura? La discussione interesserà anche il Consiglio comunale? Verranno chiarite le cause ed i motivi che hanno portato all’apertura di un’indagine anche in Consiglio? Leggeremo o ascolteremo la voce dell’opposizione, da tempo silente? Abbiamo lungamente atteso l’ufficialità della notizia, che sui canali noti, puntualmente e pedissequamente, riferisce le vicende politiche paesane non trascurando mai di riportare fedelmente le dichiarazioni degli interessati, per ragionare sulla vox populi e sulle molte perplessità. Il sindaco ha chiosato con un’affermazione “landiniana” che non parrebbe affine alla sua appartenenza partitica, poco aderente ai bisogni della classe operaia, ma la politica come la società è diventata liquida e dunque se c’è da battagliare, si battaglia. “Non arretreremo di un millimetro sulla difesa dei diritti leonfortesi” asserisce il sindaco riferendosi a due monolitici capisaldi: L’F/B/C, di cui resta il nome senza contenuto alcuno e l’acqua (partite pregresse?) e il paese domanda “di tutti i leonfortesi?”. Data l’assenza di partecipazione alle ultime, tristi, vicissitudini idriche della parte sud di Leonforte, abitata da oriundi e non da invisi forestieri e ingenuamente si sforza di ricordare in quale passaggio della campagna elettorale si accennò a questioni lavorative in quota Srr. Guai e preoccupazioni insomma che si aggiungono alle tribolazioni pandemiche e al dissesto finanziario. Siamo certi che la Giustizia trionferà e chiarirà ruoli, coinvolgimenti e responsabilità e ridarà l’onore a chi amministrando rischia di macchiarlo nonostante la buona fede e il buon agire. Coraggio Leonforte il 2021 è appena cominciato e dopo 15 giorni di disagio idrico, un avvio di indagine, l’annunciata soppressione delle manifestazioni religiose e folkloriche causa Covid, siamo giunti a metà anno… il resto può (o potrebbe) solo migliorare.

Gabriella Grasso



Quanto riporta l’edizione odierna on-line del quotidiano Giornale di Sicilia.
L’indagine, coordinata dalla Procura di Enna e svolta dalla Guardia di finanza, riguarda l’inserimento nel servizio di raccolta e smaltimento rifiuti di Leonforte di due dipendenti provenienti dal settore tecnico amministrativo dell’ex Ato Ennaeuno, transitati alla Srr Enna. L’indagine è stata avviata nei mesi scorsi, dopo un esposto alla Procura con il quale si chiedeva di verificare la regolarità delle due assunzioni – una delle quali per livello di dirigenza, l’altra per un lavoratore successivamente al 2009 – entrambe ritenute nulle da una sentenza del tribunale di Enna. Nel 2013 i commissari liquidatori dell’Ato Ennaeuno, oggi in procedura fallimentare, avevano assunto oltre 400 lavoratori con un contratto di cessione tra Ato e Sicilia Ambiente, società che aveva gestito il servizio. Per il tribunale di Enna la cessione era illegittima perchè aveva aggirato il divieto di concorsi e assunzioni per gli Ato e perchè l’azione dei commissari liquidatori avrebbe violato la legge regionale che nel 2010 ha espressamente vietato ai commissari liquidatori degli Ato di compiere atti di gestione, compresi quelli riguardanti il personale dopo il 30 settembre del 2012. La legge regionale ha stabilito anche che tutti gli atti posti in essere dai liquidatori oltre il termine di settembre 2012 sono nulli perchè i commissari non avevano più i poteri per compierli. Nel gennaio del 2014 l’assemblea dei sindaci dell’Ato Ennaeuno aveva anche votato per attivare l’azione di responsabilità nei confronti dei commissari liquidatori, proprio per il contratto con Sicilia Ambiente che aveva assorbito i lavoratori malgrado i divieti della legge, caricando l’Ato Ennaeuno dei relativi costi.

Valguarnera. Il Riesame scarcera il ventiquattrenne arrestato con l’accusa di aver chiesto immagini ad una disabile

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Scarcerazione con effetto immediato, su decisione del Tribunale del Riesame di Caltanissetta per il ventiquattrenne di Valguarnera accusato di aver chiesto immagini a sfondo sessuale ad una disabile psichica ospite in una comunità e minorenne al momento dei fatti contestati. A firmare il provvedimento che accoglie le motivazioni del difensore Avv. Concetto Cucci, che ha impugnato l’ordinanza di applicazione della custodia cautelare in carcere per pornografia minorile, il Presidente del Collegio del Tribunale per il Riesame Catalano e i componenti Mastrojeni e Finazzo. Il difensore Cucci ha prodotto al Riesame elementi a sostegno dell’estraneità del ragazzo rispetto ai gravi fatti contestati. Tali elementi hanno fatto vacillare l’impianto accusatorio partendo dall’analisi dei contenuti dei cellulari sequestrati a da alcune incongruenze evidenziate su dichiarazioni e contenuti.

link news di riferimento:

Induce a fotografarsi nuda una minorenne affetta da disturbo psichico: arrestato pregiudicato di Valguarnera, per pornografia minorile

Pietraperzia. Condannato perchè utilizzava su social profilo falso, rigettato ricorso da Corte di Cassazione

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La Corte di Cassazione – Quinta Sezione Penale, accogliendo le richieste del Sostituto Procuratore Generale e le argomentazioni difensive della parte civile sig. S. U. di Caltanissetta (rappresentato e difeso dall’Avv. Rosario Didato), ha rigettato il ricorso proposto dal sig. D.C. G., di Pietraperzia, avverso la sentenza della Corte di Appello di Caltanissetta, Seconda Sezione Penale, che aveva confermato la sentenza emessa dal Tribunale di Enna in data 4.12.2017 (Giudice Dr. Milano), con cui l’imputato, considerata la continuazione dei reati e considerato più grave il reato di cui al capo A), era stato condannato alla pena di mesi 7 di reclusione, con sospensione condizionale della pena, oltre al pagamento delle spese processuali e di costituzione e difesa della parte civile di Caltanissetta, sig. S.U., per complessivi €. 1.311,00, oltre accessori di legge.

In particolare, all’imputato venivano contestati i seguenti reati:
a) del delitto di cui all’art. 494 c.p. “perchè, al fine di procurare a sé un vantaggio, induceva taluno in errore, sostituendo illegittimamente la propria all’altrui persona, atteso che creava ed utilizzava sul social network www.badoo.it il “profilo” individuato come “OMISSIS” utilizzando abusivamente l’immagine della parte civile, soggetto del tutto inconsapevole di ciò”.
b) del delitto di cui all’art. 167 del D.Lgs. 30 giugno 2003, n. 196, “perchè, al fine di trarne per sé un profitto, procedeva al trattamento di dati personali in violazione di quanto disposto dall’art. 23 del d.lgs. 196/2013, derivando da ciò nocumento, atteso che, tramite la condotta di cui al capo a), utilizzava e diffondeva sul sito web www.badoo.it un’immagine fotografica raffigurante la parte civile senza il consenso espresso del predetto interessato”.
In Pietraperzia, l’11 settembre 2013.

La Suprema Corte, per effetto del rigetto del ricorso proposto dall’imputato, ha condannato quest’ultimo al pagamento delle spese processuali e alla rifusione delle spese di rappresentanza e difesa sostenute dalla parte civile liquidate in complessivi €. 3.500,00, oltre accessori per legge.

Avviso di garanzia con l’accusa di violenza sessuale aggravata per un sacerdote di Enna

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Enna – Avviso di garanzia con l’accusa di violenza sessuale aggravata per un sacerdote di Enna. A due mesi dall’esposto di un giovane che ha denunciato al capo della squadra mobile, Nino Ciavola, di avere subito abusi, da minorenne, dal 2008 al 2013, la procura di Enna, con a capo il procuratore Massimo Palmeri, ha formalizzato l’atto di accusa. Decine le persone sentite tra le quali, oltre al vescovo di Piazza Armerina, Rosario Gisana, numerosi sacerdoti di Enna ai quali il giovane, ora maggiorenne aveva chiesto aiuto, raccontando le violenza subite, anche dentro la canonica della cattedrale. La denuncia alla polizia, dopo un processo al tribunale ecclesiastico di Palermo. Il vescovo, in un primo momento aveva assicurato alla famiglia l’ammonimento scritto e il trasferimento del parroco.

Piazza Armerina, pozzo di villa Garibaldi. Indagini preliminari concluse per il sindaco e un dirigente, udienza il 3 maggio

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A quanto pare anche i sindaci piangono. Non è trascorsa una settimana dalla notizia relativa a delle indagini che vedono protagonista il sindaco di Leonforte che se ne aggiunge un’altra, stavolta però il protagonista è il sindaco di Piazza Armerina. La notizia è stata data dal quotidiano La Sicilia, il quale titola: ”Indagini preliminari concluse per il sindaco e dirigente“. Le indagini si riferiscono alla responsabilità dell’amministrazione comunale, a dover per obbligo di legge, provvedere alla bonifica e all’adozione di tutte le misure idonee per ripristinare la salubrità del pozzo che si trova all’interno della Villa Garibaldi. Questo pozzo peraltro, dovrebbe canalizzare l’acqua verso il quartiere Casalotto e non solo. In effetti, diversi sono stati i cittadini  residenti nel quartiere a lamentare il colore paglierino della loro acqua che, tutto è tranne che potabile e purtroppo neanche un bianco frizzante. Questo a quanto pare l’esito delle indagini, sembrerebbe partite d’ufficio, cioè una citazione a giudizio per il sindaco che, per mero caso dei santi, la data dell’udienza ricade proprio il giorno dei festeggiamenti della santa patrona di Piazza Armerina, il 3 di Maggio… altro che albero da cuccagna e rustuti n’campagna. Sarà che il motto del sindaco durante le elezioni era “svegliamoci per sognare”, di certo è che o ancora non è desto del tutto oppure al risveglio si è ritrovato in una selva oscura. Apre con il dissesto dell’ente, sembrerebbe programmato di tutto punto, si continua con delle  indagini da parte della Guardia di Finanza; la Corte dei Conti che denuncia l’utilizzo dello strumento economico finanziario alieno da ogni regola e segnala alla Procura della Repubblica; il settore finanziario in combutta con il segretario, della serie “o io o il segretario”, chissà cosa accadrà; nessun rispetto sulla trasparenza, tutto “occultato”; e per finire, forse… la maggioranza in consiglio sul filo del rasoio dalle richieste dei tre, ma si sussurra di un quarto, consiglieri di FdI i quali oltre ad un programma, specchietto per le allodole, hanno messo sul tavolo le loro richieste, Vox Populi , ”presidenza, assessorato con vice sindacatura”… io avrei aggiunto un listino per le regionali… comunque, quindi presenza nel civico consesso e poi fuga dallo stesso per ogni convocazione, fino a buone nuove. Per assicurarsi PEF e Bilancio riequilibrato, votato in Consiglio, il sindaco dovrebbe accontentare i tre con il rischio di perderne quattro, non considerando anche il fatto che un assessore dovrebbe deporre l’armatura. Ma insomma, alla fine il PEF del 2015 resta in vigore fino alla approvazione di un nuovo PEF ed il Bilancio Riequilibrato, che doveva essere approvato entro i 90 giorni dal decreto Ministeriale relativo al dissesto, nulla ha cambiato e nulla cambierebbe se lo stesso non venisse approvato, proprio perché ampiamente oltre la scadenza prevista. Qual è lo scopo del sindaco che manifesta tanta premura in tal senso?

Anna Zagara

 

 

 


Leonforte: arrestato 49enne per detenzione di marijuana

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Nell’ambito dei servizi mirati alla prevenzione ed alla repressione dei reati inerenti il traffico di sostanze stupefacenti, Agenti del Commissariato di P.S. di Leonforte hanno tratto in arresto T.S., classe 72, noto alle Forze dell’Ordine, per detenzione di grammi 125 circa di sostanza stupefacente del tipo marijuana. Nel tardo pomeriggio del 9 febbraio 2021, a seguito di un’attenta attività di osservazione in un determinato luogo pubblico del Comune di Leonforte, gli Agenti effettuavano una perquisizione domiciliare nell’abitazione dell’uomo, rinvenendo due confezioni con all’interno grammi 73 e grammi 52 circa di sostanza stupefacente del tipo marijuana, un bilancino di precisione e un rotolo di carta stagnola utilizzato per il confezionamento dello stupefacente. Il tutto veniva posto sotto sequestro. T.S. veniva quindi accompagnato presso gli Uffici di Polizia e, dopo le formalità di rito, dichiarato in stato di arresto poiché ritenuto responsabile del reato di cui all’art. 73, comma 1, del D.P.R. n. 309/1990. Dell’avvenuto arresto veniva informata la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Enna che disponeva nei confronti dell’indagato la misura degli arresti domiciliari presso la propria abitazione.

Parroco ennese ospitato a Ferrara, Diocesi Estense: qui nulla è accaduto che facesse dubitare della sua condotta sacerdotale

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È ospite della Diocesi di Ferrara, il sacerdote di Enna indagato dalla Procura siciliana per violenza sessuale aggravata nei confronti di un uomo, oggi 27enne, che all’epoca dei fatti era minorenne.

Il don frequenta un dottorato di ricerca a Padova e la sua permanenza a Ferrara, fa sapere direttamente la Diocesi di Ferrara-Comacchio, “è stata attentamente concordata con il suo vescovo, e al momento della sua venuta nel 2019 non esisteva alcun impedimento canonico, affinché potesse completare alla Facoltà teologica di Padova il curriculum universitario”.

“Durante il periodo trascorso in Arcidiocesi – precisa ancora la nota – non è accaduto nulla che facesse dubitare della sua condotta sacerdotale, anzi se ne è riscontrata la grande disponibilità e il diffuso apprezzamento tra coloro che lo hanno conosciuto. Per tali ragioni l’attuale indagine ha destato sorpresa e sgomento. Nonostante ciò, l’Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio ha subito provveduto a porre in atto le misure richieste in tale situazione, e si è prontamente messa a disposizione della giustizia italiana e di quella ecclesiastica, fiduciosa che l’indagine possa fare piena luce sulla vicenda, attraverso l’accertamento della verità, frutto di un cammino di ricerca autentica e della valutazione imparziale dei fatti”.

Il prete è stato raggiunto da un avviso di garanzia a due mesi dall’esposto presentato da un giovane di 27 anni che ha denunciato alla Polizia di avere subito abusi, da minorenne, dal 2008 al 2013. Da quanto emerge, sono state decine le persone già sentite, tra le quali il vescovo di Piazza Armerina, Rosario Gisana, oltre a numerosi sacerdoti di Enna ai quali il giovane avrebbe chiesto aiuto, raccontando le presunte violenze subite.

by estense.com

Prete accusato di violenza sessuale, perquisizioni in seminario a Ferrara: sequestrati computer e cellulare, l’avvocato difensore: denuncia totalmente infondata

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Sono state effettuate perquisizioni in seminario a Ferrara e sono stati sequestrati il computer e il telefonino del parroco indagato dalla procura di Enna per violenza sessuale aggravata, per fatti risalenti agli anni tra 2009 e 2013.

Il parroco era stato denunciato a dicembre da un giovane di 27 anni che al tempo ne aveva 15 (mentre il parroco risulta fosse ancora solo un seminarista) e dal 2019 si trova a Ferrara, dove è stato trasferito per seguire un dottorato di ricerca.

Da quanto si apprende, gli inquirenti hanno effettuato uno primo esame sui dispositivi elettronici del prete alla ricerca di immagini di nudità, senza trovare riscontri. Seguiranno in ogni caso verifiche tecniche più approfondite.

“Siamo contenti che gli inquirenti facciano tutti gli accertamenti del caso, la denuncia è totalmente infondata”, assicura l’avvocato Denis Lovison, contattato da Estense.com, che insieme al collega Antonino Lizio del Foro di Catania assiste il parroco.

by estense.com

Valguarnera: controllato internet point elevata maxi sanzione per un importo complessivo pari a 250 mila euro

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Il Comando Provinciale di Enna ha predisposto, nell’ambito del territorio di competenza della Compagnia di Piazza Armerina, un piano straordinario per il controllo del territorio urbano, finalizzato non soltanto al rispetto delle normative stabilite per evitare la diffusione del virus COVID-19, ma anche per garantire ai cittadini una maggiore percezione di sicurezza ed a tutela della legalità in genere.
Nell’ultima settimana, i militari della Compagnia di Piazza Armerina hanno effettuato centinaia di controlli su persone ed esercizi pubblici, elevando numerose sanzioni in materia di contrasto alla diffusione del virus Covid-19. Numerose sono state anche le perquisizioni eseguite per la ricerca di sostanze stupefacenti per prevenire, in particolare, la diffusione dell’uso di stupefacenti tra i giovani.
In tale ambito i militari della Stazione di Valguarnera, nel corso di servizi finalizzati ad evitare assembramenti e a garantire anche il rispetto delle norme a tutela del gioco lecito e responsabile, hanno controllato unitamente agli ispettori dell’Agenzia Dogane e Monopoli della Sezione Controlli di Caltanissetta, un internet point, scoprendo che il titolare dell’esercizio aveva consentito agli avventori di collegarsi, attraverso la rete internet, a siti on-line di giochi e scommesse, nonostante l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli imponga il blocco agli accessi a detti siti. Rilevata l’infrazione, si procedeva al sequestro dei personal computer presenti all’interno dei locali non rispondenti alle caratteristiche tecniche prescritte ed utilizzati per la navigazione su piattaforme di gioco e scommesse, elevando così una sanzione amministrativa complessiva pari a 250.000,00 euro.

Beve acqua a scuola e si sente male, bimbo ricoverato ad Enna

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Un bambino di una scuola a Enna avrebbe ingerito acqua con candeggina o un liquido simile, comunque tossico, è stato ricoverato per avvelenamento ma non sarebbe in pericolo di vita. La vicenda è ancora avvolta da un riserbo strettissimo, legato alla necessità di non creare il panico tra i genitori. Sono in corso le indagini della Squadra Mobile della Questura.

Il bambino, al momento, si trova sotto osservazione in ospedale ma le sue condizioni non sarebbero gravi e non desterebbero particolari preoccupazioni dal punto di vista sanitario. La procura di Enna ha disposto una serie di accertamenti, compresa l’analisi del liquido ingerito dal bimbo.

In tempi di Covid, infatti, le scuole si stanno attrezzando per tenere gli ambienti il più puliti possibile e la candeggina è uno dei disinfettanti più comuni. Questo caso, comunque, riapre il tema della sicurezza nel luoghi in cui vivono e crescono i bambini.

E’ già stato dimesso dall’ospedale Umberto I, mentre si attendono gli esami del liquido contenuto nella bottiglia.


immagine repertorio

Epidemia e omicidio colposo, archiviazione dell’inchiesta a carico dell’Irccs Oasi di Troina

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In merito all’archiviazione dell’inchiesta a carico dell’Irccs Oasi di Troina avviata dalla Procura di Enna, nel mese di aprile dello scorso anno, per epidemia e omicidio colposo riguardante la vicenda del focolaio Covid 19, “l’Istituto esprime vivo compiacimento e sollievo per l’avvenuto proscioglimento e per l’esito dell’inchiesta.

Sin dalla prima informativa che ci vedeva coinvolti, l’Istituto ha avuto massima fiducia nell’operato scrupoloso della Magistratura, anche perché molto sereni e convintamente consapevoli di aver sempre agito nella massima attenzione, trasparenza e onestà, a tutela dei nostri speciali degenti e operatori, nel perimetro delle disposizioni e indicazioni ministeriali e regionali.
L’Irccs Oasi ha affrontato un’emergenza sanitaria difficile e straordinaria, ma nonostante ciò l’Istituto ha saputo gestire e reagire, sviluppando le giuste energie e mettendo in campo tutti gli strumenti necessari per mettere in sicurezza la struttura rispetto al territorio, ai suoi speciali ospiti e chi vi opera.
A poco meno di dodici mesi le indagini della Magistratura hanno fatto luce su questa vicenda. L’archiviazione rappresenta per l’Istituto anche un riscatto morale e di immagine in quanto una chiara risposta agli sproloqui, alle farneticazioni di chi gridava allo scandalo o voleva gettare ombre sul nostro operato.
L’Istituto continuerà ad agire come sempre ha fatto sul solco della dedizione, dell’umanizzazione e dello spirito di servizio che da sempre lo caratterizzano e con la serenità di agire in modo corretto e trasparente”.

Leonforte: arrestato 54enne ricercato in campo internazionale (rapina in Germania nel 1995)

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Agenti del Commissariato di P.S. di Leonforte hanno tratto in arresto A.D., cl. 1967, rintracciato a Leonforte, nei cui confronti era stato emesso un provvedimento restrittivo internazionale su richiesta dell’Autorità Giudiziaria della Germania.

La Direzione Centrale della Polizia Criminale – Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, con riferimento alla ricerca di latitanti, nei giorni scorsi ha allertato il Commissariato di P.S. di Leonforte ritenendo che l’uomo, ricercato da tempo, dimorasse in quel Comune.

La richiesta di estradizione si riferisce a fatti avvenuti nel 1995, per una condanna passata in giudicato, essendo stata accertata la sua partecipazion mi a una rapina avvenuta all’interno di un bar-sala giochi di una cittadina della Germania. A.D., in quella circostanza, dopo avere ordinato un caffè, dopo averla afferrata per un braccio, minacciava con una pistola la barista. Quindi, con il complice, aperto il registratore di cassa, prelevava 840 marchi. Si appropriava pure di altri 150 marchi custoditi all’interno della borsetta della donna. Nel 2001, dopo le indagini e le varie fasi processuali, è stato condannato in via definitiva alla pena di anni 15 di reclusione. Nel frattempo faceva perdere le sue tracce.

A seguito della segnalazione, gli Agenti effettuavano delle ricerche e un’attenta attività di osservazione nei luoghi presuntivamente da lui frequentati, sia in città che nelle zone rurali.

Intercettato, veniva tratto in arresto e, dopo le formalità di rito, associato presso la Casa Circondariale di Enna, a disposizione della Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Caltanissetta.

La misura cautelare provvisoria è stata convalidata dall’A.G. che ha disposto, in attesa dell’eventuale estradizione, l’obbligo di firma.


Arrestato 51enne residente a Piazza Armerina, sequestrati oltre 130 grammi di marjuana, pronta per essere venduta

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Il Comando Provinciale dei Carabinieri di Enna ha predisposto, nell’ambito del territorio di competenza della Compagnia di Piazza Armerina, un piano straordinario per il controllo del territorio, finalizzato al contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti per prevenire, in particolare, la diffusione dell’uso delle droghe tra i giovani. Continuano senza sosta, infatti, i controlli dei militari della Compagnia di Piazza Armerina finalizzati alla ricerca di sostanze stupefacenti.
In tale contesto i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Piazza Armerina, unitamente allo Squadrone Carabinieri Eliportato Cacciatori di Sicilia e ai cinofili, nella giornata di ieri hanno effettuato una perquisizione alle porte di Barrafranca nei confronti di un 51enne pregiudicato residente a Piazza Armerina. L’uomo, molto scaltro, aveva celato oltre ben centotrenta grammi di sostanza stupefacente del tipo marjuana nella propria campagna, in particolare nelle intercapedini di un muretto che delimitava la sua proprietà ed in un tubo di plastica, apparentemente gettato per terra insieme ad altri detriti, solo la caparbietà e la professionalità dei militari operanti ha consentito di scovare la sostanza stupefacente ed accorgersi anche di una piccolissima serra, artigianalmente allestita, con all’interno due piccole piante di Marjuana in pieno stato vegetativo. Nel corso della perquisizione veniva, inoltre, trovata una cartuccia calibro 9×21 illegalmente detenuta. L’uomo, già noto alle FF.OO. è stato tratto in arresto e terminate le formalità di rito, in accordo con l’A.G. di Enna, veniva condotto presso la propria abitazione in regime di arresti domiciliari. L’operazione dei Carabinieri di Piazza Armerina conferma ancora una volta la grande attenzione rivolta dall’Arma nel contrasto allo spaccio delle sostanze stupefacenti in particolare zone della provincia, quale quella tra Piazza Armerina e Barrafranca.

Sestriere, ingegnere di Enna, residente a Torino, si schianta sugli sci: imputati patteggiano la condanna

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Procede il caso della morte di Giovanni Bonaventura, sciatori deceduto in seguito a un incidente su una pista a Sauze d’Oulx, in valle di Susa. Tutti gli imputati (della società di gestione Sestrieres spa) avrebbero richiesto di patteggiare una condanna convertita in pena pecuniaria.
Le due vittime avrebbero perso la vita a un anno di distanza l’uno dall’altro, il siciliano Giovanni Bonaventura è morto nel gennaio del 2018.
L’udienza preliminare, svoltasi al Palazzo di Giustizia di Torino, è stata aggiornata al prossimo mese di marzo.

news di riferimento:
Sestriere, ingegnere di Enna, residente a Torino, si schianta sugli sci: Giovanni Bonaventura muore a 31 anni, casco a 200 metri

Multa del Garante all’Asp di Enna: presenze personale con impronte digitali. DG Iudica: predisposto ricorso e nessuna violazione della privacy

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Enna. L’Asp nel rilevare le presenze del personale con le impronte digitali avrebbe violata la privacy, per cui l’Authority al termine dell’istruttoria ha multato l’azienda di 30 mila euro e ha ordinato la cancellazione dei dati.
Pubblica la newsletter dell’Autorità: “A seguito del rafforzamento delle garanzie previste dal Regolamento e dal Codice privacy per installare questo tipo di sistemi è necessaria infatti una base normativa che sia proporzionata all’obiettivo perseguito e che fissi misure appropriate e specifiche per tutelare i diritti degli interessati. Nel caso della Asp di Enna la base normativa invocata era carente, non essendo stato adottato il regolamento attuativo della legge 56/2019 (poi abrogata) che doveva stabilire garanzie per circoscrivere gli ambiti di applicazione e regolare le principali modalità del trattamento.
L’istruttoria dell’Autorità accertato che il sistema di rilevazione presenze dell’Asp di Enna acquisiva le impronte digitali di oltre 2.000 dipendenti memorizzandole in forma crittografata sul badge di ciascun lavoratore.
Immediata la reazione del Direttore Generale dell’Asp ennese, dott.Francesco Iudica, che così ci ha dichiarato: Si sta procedendo a presentare ricorso. Abbiamo adottato una procedura già applicata in altre pubbliche amministrazioni che in nessun caso, per le modalità di rilevazione, possono costituire una violazionecdella privacy”.

Cerami scoperto caseificio abusivo: sequestrati 50 chili di prodotti caseari

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Massima è l’attenzione dell’Arma dei Carabinieri nell’ambito della tutela della salute pubblica, specie in zone rurali ove è più facile porre in essere condotte illecite che espongono ignari clienti in buona fede ad acquistare prodotti alimentari prodotti contravvenendo le leggi che regolano la materia. Oltre alle specifiche attività di contrasto poste in essere dai NAS, anche le Stazioni Carabinieri sono impegnate a garantire il rispetto delle normative vigenti con il supporto anche delle competenti ASP. Proprio in alcune aree rurali della provincia maggiori sono i controlli dei Carabinieri della Compagnia di Nicosia e dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Sicilia” che da mesi stanno battendo palmo a palmo tutta l’area dei Nebrodi a nord della provincia di Enna ed al confine con il messinese. Nell’ambito di controlli mirati alla tutela del consumatore e all’affidabilità e tracciabilità dei prodotti alimentari, i militari della Stazione Carabinieri di Cerami, hanno posto i sigilli ad un caseificio artigianale abusivo. Il sequestro è avvenuto a seguito di un controllo ad un allevamento ovicaprino in una azienda in contrada “Gorgo-Pancallo”, agro del Comune di Cerami, dove è stato rinvenuto un magazzino adibito a produzione di formaggi. Tale attività era effettuata in assenza di autorizzazione e comunicazione all’autorità sanitaria competente, omettendo le procedure di tracciabilità e rintracciabilità dei formaggi prodotti.

I Carabinieri, in collaborazione con i Veterinari dell’ASP di Enna, hanno quindi proceduto al sequestro amministrativo di circa 50 chili di prodotti lattiero caseari di varie forme e stagionatura e al sequestro dei locali dove i prodotti erano posti. Inoltre è stata elevata una sanzione amministrativa per 6.500 euro.

Piazza Armerina: arrestato due volte in 24 ore giovane 23enne tedesco. Coltivazione illecita, evasione e furto

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Sempre più incisiva l’azione di contrasto al fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti portata avanti dal Comando Provinciale Carabinieri di Enna.

Questa volta i militari della Compagnia di Piazza Armerina unitamente al Corpo Forestale della Regione Siciliana – Distaccamento di Piazza Armerina – si sono resi protagonisti del ritrovamento di una serra artigianale allestita all’interno di un’abitazione, in una zona periferica della Città dei mosaici, in Contrada Rasalgone. E così, a finire tra le maglie delle forze di polizia, è stato un giovane tedesco di 23 anni, da tempo domiciliato a Piazza Armerina. Il ragazzo, infatti, fermato da personale del Corpo Forestale di Piazza Armerina era risultato sprovvisto di documenti d’identità e non forniva indicazioni precise su dove abitasse. Insospettiti dallo strano atteggiamento del giovane, gli agenti della forestale chiedevano la collaborazione dei militari della Nucleo Operativo e Radiomobile di Piazza Armerina. Messo alle strette il giovane iniziava a collaborare, indicando ove abitava, ne scaturiva una perquisizione all’interno dell’abitazione del ragazzo e in una stanza adibita a ripostiglio, venivano trovate ben ventisette piante di marijuana, di un’altezza media di circa 50 cm, oltre a materiale specifico per la coltivazione intensiva delle suddette piante, come una pompa ad acqua per irrigazione, una lampada solare e varie confezioni di fertilizzanti, il tutto era allestito per creare una vera e propria serra artigianale “fai da te”. Il giovane, disoccupato, verosimilmente stava mettendo in atto un proprio business che lo avrebbe, certamente, portato ad intascare del denaro, non appena le piante fossero arrivate alla completa maturazione. L’uomo, tratto in arresto, dopo le formalità di rito, su disposizione della Procura della Repubblica di Enna è stato accompagnato presso la propria abitazione in regime di arresti domiciliari, le piante ed il materiale utilizzato per la coltivazione intensiva veniva sequestrato. L’individuazione della serra artigianale è l’ennesimo risultato portato a compimento dai Carabinieri della Compagnia di Piazza Armerina che, in particolare nell’ultimo anno, hanno sequestrato sempre maggiori quantitativi di sostanze stupefacenti, togliendole da un mercato, purtroppo troppo spesso rivolto ai giovanissimi. Ma le disavventure del giovane non si fermavano a quanto sinora narrato, infatti dopo qualche ora dal suo arresto, il ragazzo si allontanava arbitrariamente dalla propria abitazione di Piazza Armerina, venendo rintracciato a Mirabella Imbaccari dai militari della locale Stazione subito dopo aver rubato un’autovettura. Immediatamente identificato, veniva nuovamente tratto in arresto – la seconda volta in 24 ore – questa volta per evasione e furto ed accompagnato presso la sua abitazione in regime di arresti domiciliari.

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