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Mafia dei pascoli, decisi oltre cento rinvii a giudizio per i clan dei Nebrodi

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Operazione Nebrodi
Si chiude con oltre un centinaio di rinvii a giudizio la maxi udienza preliminare dell’operazione Nebrodi sulla mafia dei pascoli. L’atto finale pochi minuti fa all’aula bunker di Gazzi, con il gup Simona Finocchiaro che ha letto un lungo dispositivo di sentenza. Si tratta di un maxiprocesso a tutti gli effetti sulle truffe agricole all’Agea e all’Unione Europea dei clan mafiosi tortorciani, che vedeva inizialmente alla sbarra ben 133 imputati (i detenuti erano tutti in videoconferenza), mentre gli avvocati impegnati nelle difese erano ben 84. Una decina le parti civili tra enti e associazioni antimafia e antiracket, c’era anche un coraggioso imprenditore della zona che per mesi fu vessato dai clan tortorciani. A rappresentare l’accusa c’erano il procuratore aggiunto Vito Di Giorgio e i sostituti della Distrettuale antimafia Fabrizio Monaco e Antonio Carchietti, ovvero i magistrati che hanno seguito l’indagine Nebrodi, portata avanti nei mesi scorsi dai carabinieri del Ros e dalla Guardia di Finanza. L’inchiesta ha delineato i nuovi assetti delle due storiche associazioni mafiose tortoriciane, i Bontempo Scavo e i Batanesi, che oltre all’egemonia nella zona nebroidea erano in grado di interfacciarsi con le “famiglie” di Catania, Enna e del mandamento delle Madonie di Cosa nostra palermitana. I Batanesi avevano influenza in provincia di Enna grazie a una “cellula” nel territorio di Centuripe, e intervenivano in alcune dinamiche mafiose a Regalbuto e Catenanuova, sfruttando i buoni rapporti con esponenti della criminalità locale. La loro influenza si estendeva pure a Montalbano Elicona, un tempo feudo dei Cosa nostra barcellonese. Il maxiprocesso Nebrodi inizierà il 2 marzo 2021 all’aula bunker di Messina.

by gazzettadelsud

Regalbuto. Padre, due figli, un nipote, membro collegio sindacale denunciati, settore alimentare grande distribuzione tra Enna e Catania, denunciati da GdF, sequestrati 500 mila euro

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I Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Enna, al termine di un’indagine coordinata dalla locale Procura della Repubblica, hanno sottoposto a sequestro preventivo beni e somme di denaro per circa 500 mila euro nei confronti di un’intera famiglia di imprenditori, denunciati a piede libero per reati fallimentari e tributari.
Il provvedimento, firmato dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale ennese, è giunto al termine di complesse investigazioni eseguite dalle Fiamme Gialle del Gruppo di Enna, partite dall’analisi di alcune operazioni societarie avvenute tra le imprese della famiglia, tutte attive nel settore della grande distribuzione tra le province di Enna e Catania, che hanno portato alla luce ripetuti episodi di distrazione patrimoniale preordinati allo “svuotamento” delle casse e dei beni dell’azienda principale, successivamente fallita con un debito complessivo verso i creditori per oltre 6 milioni di euro.
Il modus operandi adottato era quello di costituire nuove aziende, sempre riconducibili a membri della stessa famiglia, che stipulavano contratti di compravendita di beni aziendali e di merci con la società destinata al fallimento, resa così in breve tempo una “scatola vuota” non più in grado di soddisfare i creditori, apparentemente slegata dalle nuove imprese che, di fatto, subentravano nell’attività sfruttandone l’intero compendio aziendale. Tra i creditori, oltre ai principali fornitori, figura anche lo Stato per il mancato pagamento da parte della società fallita di imposte e contributi previdenziali per circa 2 milioni di euro.
Cinque le persone denunciate a piede libero, in concorso tra loro, per bancarotta fraudolenta aggravata, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e impiego di denaro e beni di provenienza illecita (autoriciclaggio): padre, due figli, un nipote e uno dei membri del collegio sindacale, complice della famiglia di disonesti imprenditori, che ora rischiano, se condannati, pene da tre a dodici anni di reclusione.
Ad essi vanno ad aggiungersi anche quattro società, convolte nel reimpiego e nella sostituzione dei beni aziendali della fallita, che, non avendo adottato modelli organizzativi e di gestione idonei a prevenire delitti della specie, sono indagate per l’illecito amministrativo dipendente dal reato commesso dagli amministratori nel loro interesse o a loro vantaggio, secondo le norme della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche e delle società previste dal decreto legislativo n. 231/2001. In tale circostanza, la sanzione prevista in caso di condanna è di natura pecuniaria, cui si aggiunge la confisca in capo all’ente del prezzo o del profitto del reato.
Sedici le unità immobiliari in sequestro tra appartamenti, capannoni e terreni nella disponibilità degli indagati, in aggiunta alle somme di denaro depositate su quattro conti correnti bancari, per un valore complessivo di 500 mila euro, cautelati dallo Stato in attesa dell’esito del processo.

Deferito G.F. allevatore di Nicosia per simulazione di reato e maltrattamento di animali

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Deferito dalla Polizia di Stato alla magistratura un allevatore di Nicosia per simulazione di reato e maltrattamento di animali

Giorni fa, G.F., allevatore di Nicosia, presentava presso il Commissariato di P.S di Nicosia una denuncia per furto di 21 bovini e di 2 cavalli.

Le successive indagini svolte dagli agenti del Commissariato di Nicosia permettevano di appurare che l’uomo aveva simulato la denuncia di furto per eludere l’imminente piano di risanamento semestrale da parte dell’A.S.P.

Infatti, dopo mirate attività, nel terreno antistante l’azienda agricola di proprietà dell’anziano allevatore, gli agenti rinvenivano numerose carcasse di animali e, in una stalla di pertinenza della medesima azienda, constatavano la presenza di un cavallo in avanzato stato di decomposizione, con tutte e quattro le zampe legate, e di un mulo legato nei pressi di una mangiatoia, ricolma di fieno. L’intero ambiente, pervaso dalle esalazioni della decomposizione, si presentava in pessime condizioni igieniche, anche a causa dei numerosi escrementi sparsi sul pavimento.

Veniva pertanto richiesto l’intervento del medico veterinario reperibile dell’A.S.P. di Enna-Distretto di Nicosia, il quale effettuava gli accertamenti di sua competenza.

Ultimate le attività anche di natura sanitaria, G.F. veniva deferito alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Enna per i reati di simulazione di reato e maltrattamenti di animali.

L’attività svolta dagli Agenti del Commissariato di P.S. di Nicosia è il risultato di mirati servizi di controllo del territorio volti anche a prevenire la commissione di reati in ambito rurale.

foto repertorio

Calascibetta. Divieto di dimora per una suora di 59 anni della casa di riposo “Boccone del Povero” maltrattava gli anziani

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Nel pomeriggio di oggi, martedì 22 dicembre, i carabinieri della Compagnia di Enna e del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Enna hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misura cautelare del divieto di dimora nel comune di Calascibetta, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Enna, su richiesta della locale Procura, nei confronti di D. B. D., cinquantanovenne, di origini filippine, suora presso la casa di riposo “Boccone del Povero” di Calascibetta, indagata per il reato di maltrattamenti contro familiari o conviventi, aggravato dalla circostanza di aver perpetrato il fatto in danno di persone ricoverate presso la suddetta struttura socio-sanitaria.
Le indagini, svolte dai carabinieri tra i mesi di agosto e settembre 2020, sono scaturite dalla segnalazione di alcuni comportamenti violenti, cui pare la suora ricorresse da tempo, utilizzando metodi ritenuti eccessivamente rigidi nei confronti degli anziani ospiti della residenza. Nel corso delle investigazioni, i militari hanno accertato come effettivamente la D.B.D. fosse solita maltrattare gli anziani con vessazioni di tipo psicologico, rivolgendosi alle vittime con toni aggressivi e parole offensive. I poveri anziani erano così sottoposti a umiliazioni e minacce, reiterate nel tempo, lesive del loro decoro e della loro dignità. Questi atteggiamenti di disprezzo e di offesa, sistematicamente posti in essere, si risolvevano in vere e proprie sofferenze morali e in atti di sopraffazione, che rendevano particolarmente dolorosa la stessa semplice convivenza nella struttura.
La suora è stata quindi allontanata dalla casa di riposo e dal comune di Calascibetta e non vi potrà fare più ritorno, se non su espressa autorizzazione dell’Autorità Giudiziaria procedente.

Terremoto ML 4.4 il 22-12-2020 ore 21:27:23 Costa Ragusana (Ragusa), avvertito anche in provincia di Enna

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Un terremoto di magnitudo ML 4.4 è avvenuto nella zona: Costa Ragusana (Ragusa), il

22-12-2020 20:27:23 (UTC)
22-12-2020 21:27:23 (UTC +01:00) ora italiana
con coordinate geografiche (lat, lon) 36.92, 14.37 ad una profondità di 30 km.

Il terremoto è stato localizzato da: Sala Sismica INGV-Roma.

La scossa è stata avvertita anche nelle province di Siracusa, Catania, Enna

Comuni entro 20 km dall’epicentro

Le distanze sono calcolate in base alle coordinate geografiche del Municipio.
Comune Prov Dist Pop Cum Pop
Vittoria RG 15 63339 63339
Acate RG 16 10954 74293
Santa Croce Camerina RG 17 10823 85116
Gela CL 19 75827 160943

Questura di Enna – Bilancio operativo 2020

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Il Questore della Provincia di Enna, dr. Corrado Basile, a chiusura del 2020, pur nelle difficoltà del momento, formula a tutti i Cittadini i migliori auguri di un sereno Natale e un lieto 2021, all’insegna della più stretta interazione e collaborazione costruttiva, nel rispetto della legge e nel segno della legalità e della civile convivenza.

Nell’occasione, ha voluto tracciare un breve bilancio operativo.

Si è trattato di un anno intenso al servizio dei cittadini e della collettività nell’attività di prevenzione e contrasto alla criminalità e a ogni forma di illegalità, oltre che sul piano straordinario di tutela della salute pubblica in relazione alla situazione pandemica dovuta al propagarsi del Covid-19.

Da sottolineare, a tal riguardo, i servizi straordinari predisposti nei territori della provincia di Enna finalizzati al contenimento del contagio che ha visto il costante impiego di tutte le componenti del sistema sicurezza. Di particolare rilievo l’impegno svolto in sinergia, con il coordinamento della Prefettura, tra Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Forestale, Polizia Provinciale e Polizie Locali circa il mantenimento della sicurezza pubblica durante le limitazioni agli spostamenti e nelle c.d. “zone rosse” istituite nel territorio provinciale.

In relazione alla complessa attività espletata dalla Polizia di Stato nella provincia di Enna, particolare menzione meritano gli innumerevoli servizi ordinari e straordinari di controllo del territorio, svolti anche con l’ausilio del Reparto Prevenzione Crimine di Catania, che hanno visto impegnate in prima linea le pattuglie della Questura, dei Commissariati distaccati e della Polizia Stradale: attività preventiva e repressiva mirata ad affermare e riaffermare la cultura della legalità e della civile convivenza, che costituisce anche la cifra della visibilità e della presenza della Polizia di Stato su tutto il territorio provinciale.

Particolare attenzione è stata dedicata alla tutela delle fasce deboli e delle vittime di violenza di genere, soprattutto donne. Al grido di allarme e di aiuto da chi ha avuto il coraggio di ribellarsi alla violenza di genere e ai soprusi maturati soprattutto tra le mura domestiche, la Polizia di Stato ha prontamente risposto con vari provvedimenti di ammonimento e di divieto di avvicinamento, oltre che con un arresto in flagranza di reato e con un altro arresto in esecuzione di misura cautelare disposta dall’A.G. In tutte queste ipotesi, come previsto dalla normativa relativa al “Codice Rosso”, d’intesa con la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Enna, è stata data immediata priorità alle indagini ed all’accoglienza delle esigenze delle vittime.

Dal punto di vista meramente statistico, questi, in estrema sintesi, i principali risultati conseguiti dalla Polizia di Stato grazie all’impegno info-investigativo di tutte le articolazioni dell’intera provincia:
Presentate alla magistratura 10 proposte per l’applicazione della sorveglianza speciale di P.S.
Emessi 14 avvisi orali.
Notificati 11 provvedimenti di rimpatrio con divieto di ritorno in diversi Comuni della Provincia.
Adottati 5 provvedimenti nei confronti di soggetti resisi responsabili di atti persecutori e di condotte di violenza domestica.
Arrestate 41 persone in flagranza di reato e 19 in esecuzione di provvedimento dell’A.G.
Deferite in stato di libertà 546 persone.
Segnalati 12 casi riguardanti il “Codice Rosso”.
Sequestrate 380 gr. di sostanze stupefacenti.
Sequestrate 4 armi e vario munizionamento detenuti illegalmente.
Sequestrato 1 veicolo.
Controllati 24.812 persone e 16.750 veicoli.
Elevate 302 contravvenzioni al Codice della Strada.
Revocata la licenza ad un Istituto di Vigilanza con provvedimento della Prefettura per accertate gravi irregolarità.
Chiusi 2 centri scommesse che esercitavano l’attività senza autorizzazione.
Eseguiti 15 provvedimenti di espulsione dal territorio nazionale di cittadini extra-comunitari disposti dalla Prefettura, dei quali 9 con ordine del Questore, 1 con trattenimento al Centro di Permanenza per il Rimpatrio e 1 con partenza volontaria

Barrafranca, prete durante la messa: “I gay sono contronatura, dovrebbero vergognarsi delle loro famiglie”

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L’omelia di Don Salvatore Nicolosi, parroco della Chiesa Grazia di Barrafranca ai fedeli, durante la messa, ha espresso tutto il suo convincimento verso le persone LGBTQ+ dalle sue parole: “I gay sono contronatura, dovrebbero vergognarsi delle loro famiglie” e ancora “Le unioni gay sono contronatura, si vantano di quello di cui dovrebbero vergognarsi. È scritto nella Bibbia”, ha dichiarato il sacerdote durante la messa domenicale.

Il video della predica è stato postato su twitter.com


Intanto si apprende che il primo cittadino di Barrafranca, Fabio Accardi, nella sua pagina Facebook, difende il prete citando una frase di Papa Francesco.

Piazza Armerina: massicci controlli dei Carabinieri in attività commerciali, elevate sanzioni

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I Carabinieri del Comando Provinciale Carabinieri di Enna in collaborazione con il Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Enna in occasione delle festività natalizie e di fine anno, hanno effettuato a Piazza Armerina un servizio straordinario di controllo per il contrasto al lavoro irregolare e per la verifica del rispetto delle disposizioni anti-contagio dal Virus Covid-19 nei luoghi di lavoro, previsti da ultimo dal D.P.C.M. del 03.12.2020.
Nel corso del servizio, i militari hanno ispezionato un’attività di rivendita di prodotti alimentari del centro, che aveva omesso di affiggere all’ingresso il cartello obbligatorio di quanti clienti potevano entrare contemporaneamente nel locale, e trovavano all’interno oltre venti clienti intenti nei loro acquisiti, senza che tuttavia fosse garantita la distanza minima di almeno un metro, come previsto dalle disposizioni di legge. Inoltre, non era stato predisposto un percorso differenziato per i fornitori esterni dei vari prodotti alimentari, come previsto dalle regole del D.P.C.M., che entravano nel locale e consegnavano la merce entrando in contatto con tutti i clienti presenti all’interno. All’interno dell’attività commerciale veniva inoltre individuata una telecamera non autorizzata dall’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Enna, potenzialmente idonea al controllo a distanza del lavoratori vietato dalla legge. Alla ditta ispezionata sono state contestate sanzioni amministrative per euro 2.000, per le violazioni delle disposizioni previste dal Governo per contrastare la diffusione del Virus Covid-19 nei luoghi di lavoro, e penali per euro 3.098, per la presenza di una telecamera non autorizzata dall’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Enna. Le suddette violazioni verranno rispettivamente comunicate alla Prefettura di Enna e alla Procura della Repubblica di Enna. I controlli straordinari da parte dei Carabinieri del Comando Provinciale di Enna e del N.I.L. di Enna, d’intesa con l’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Enna, proseguiranno anche nei giorni delle prossime festività di fine anno e dell’Epifania, per la verifica soprattutto del rispetto delle disposizioni anti-contagio dal Virus Covid 19 nei luoghi di lavoro, e per il contrasto al lavoro in nero o irregolare nei vari settori economici della Provincia di Enna.


Piazza Armerina: arrestata 47enne per furto in una abitazione il giorno di Capodanno

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I Carabinieri della Compagnia di Piazza Armerina il giorno di Capodanno hanno tratto in arresto una 47enne, di Piazza Armerina e con un precedente, per furto in abitazione. La donna nel corso della mattinata si era illecitamente introdotta all’interno di un’abitazione al momento disabitata di via Santetta al fine di impossessarsi di beni presenti al suo interno. I rumori prodotti in una giornata festiva, caratterizzata peraltro dalle restringenti disposizioni anticovid, hanno catturato l’attenzione dei vicini di casa i quali hanno immediatamente avvisato i carabinieri.

Prontamente giungeva sul posto una pattuglia del Nucleo Operativo e Radiomobile, presente nel centro di Piazza Armerina in attività di controllo, che intercettava e bloccava la donna in possesso di monili in oro per un valore di qualche centinaia di euro. La stessa veniva accompagnata quindi in caserma e dichiarata in arresto per furto in abitazione. Al termine delle formalità di rito, la 47enne veniva accompagnata presso la propria abitazione agli arresti domiciliari a disposizione della Procura della Repubblica di Enna. I controlli da parte dei carabinieri del Comando Provinciale di Enna proseguiranno anche nei prossimi giorni al fine di prevenire reati contro il patrimonio e di verificare il rispetto delle disposizioni anti-contagio dal Covid 19.

Piazza Armerina: festeggia il 54° compleanno con la cocaina, denunciata la donna che gliel’ha venduta a Catania

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I carabinieri della Stazione di Sant’Agata li Battiati hanno denunciato una donna catanese di 36 anni, già gravata da precedenti di polizia per reati contro il patrimonio, poiché ritenuta responsabile di spaccio di sostanze stupefacenti.

L’acquirente, nato il 2 gennaio, si è sobbarcato in auto i chilometri che dividono Piazza Armerina e il capoluogo etneo, pur di poter acquistare la sua bella dose di cocaina e festeggiare i 54 anni.

Ad osservare l’evento i militari di pattuglia che l’hanno sorpreso nel preciso istante in cui ritirava la dose dalle mani della donna alla quale, in cambio, forniva una banconota da 100 euro. L’attesa per la restituzione del resto è stata fatale per il duo, poiché ha consentito ai carabinieri di bloccarli, recuperare la dose di cocaina, trovando altresì nelle tasche della spacciatrice ben 900 euro in contanti che sono stati posti sotto sequestro.

Per l’uomo, oltre alla segnalazione all’U.T.G. per uso personale di sostanze stupefacenti, è scattata la sanzione per aver ampiamente violato le normative anti-Covid.

Incidente mortale sulla strada tra Piazza Armerina e Valguarnera all’altezza di Floristella, deceduto 56enne moglie ricoverata in gravi condizioni

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Incidente mortale questa mattina sulla strada tra Piazza Armerina e Valguarnera all’altezza di Floristella, deceduto guidatore, moglie ricoverata in gravi condizioni all’ospedale di Enna con prognosi riservata. L’auto una Fiat Multipla a causa dell’alta velocità ed il fondo ghiacciato è precipitata nella scarpata sottostante. L’uomo, Carmelo Rubino di 56 anni di Piazza Armerina, molto noto nella città di residenza e Valguarnera in quanto gestiva una scuola di danza, è deceduto sul colpo. I coniugi si stavano recando a Catania dovendo la moglie effettuare una visita medica.

Enna, chiusi per 5 giorni due bar per mancanza distanziamento e mascherine, diverse sanzioni ai clienti

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A seguito delle indicazioni provenienti dalla Prefettura di Enna, per garantire il contenimento dell’emergenza epidemiologica e prevenire e scongiurare comportamenti potenzialmente pericolosi per la salute pubblica, tutte le Forze di Polizia hanno intensificato i controlli su strada e presso esercizi commerciali nei vari Comuni della Provincia.

Nella serata del 4 gennaio 2021, ripetendo le attività svolte alla fine dello scorso anno, sono stati espletati servizi congiunti da parte della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri presso esercizi pubblici del Comune di Enna al fine di verificare che la normativa per contenere il contagio da Covid-19 fosse rispettata.

Diversi i bar controllati siti nel centro storico e nella parte bassa della città: di questi in 2 sono stati riscontrati assembramenti davanti i locali e gli stessi esercenti non facevano rispettare ai clienti il distanziamento, l’uso della mascherina e l’allontanamento dall’esercizio dopo l’acquisto della bevanda, anzi in un caso queste venivano consumate all’interno.

Gli Agenti e i Carabinieri, quindi, hanno sanzionato i titolari delle due attività, disponendo pure la chiusura dei bar per 5 giorni; molti degli avventori sono stati sanzionati per violazione della normativa anti assembramento e altri sono stati convocati presso gli Uffici della Polizia di Stato o dei Carabinieri per l’ulteriore seguito.

Agira: arrestato 40enne, coltivava 54 piante di marijuana dentro casa

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I carabinieri della Stazione di Agira e dello Squadrone Eliportato “Cacciatori Sicilia” hanno tratto in arresto un quarantenne, originario di Agira e residente all’estero, con l’accusa di coltivazione e detenzione illecita di un’ingente quantità di sostanza stupefacente.

Dopo aver avuto accesso ad un’abitazione di campagna nella disponibilità del soggetto, già posto sotto controllo da giorni a causa di elementi che facevano intuire che ci potesse essere qualcosa di sospetto, i militari hanno sottoposto a perquisizione tutta l’abitazione, rinvenendo in tre diverse stanze, oltre cinquanta piantine di marijuana coltivate in una serra realizzata artigianalmente con tanto di telone protettivo e faro termoriflettente, oltre a due sacchi contenenti un chilo e mezzo della stessa sostanza stupefacente, già essiccata. Inoltre, in altri ambienti della stessa abitazione, era presente un sacchetto con 700 gr. di semi di cannabis sativa ed altri piccoli residui di marijuana sparsi in altri vari nascondigli. Non potendo giustificare il possesso delle piante e di tutto lo stupefacente già pronto per essere venduto, l’uomo è stato dichiarato in stato di arresto dai carabinieri e successivamente posto agli arresti domiciliari presso il proprio domicilio, ad Agira, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria di Enna. Lo stupefacente sequestrato sarà inviato al laboratorio per le analisi delle sostanze stupefacenti per accertarne il contenuto di principio attivo e, quindi, per stabilire il numero di dosi medie realizzabili con quel quantitativo di droga.

Piazza Armerina – Valguarnera: ennesimo incidente (oggi mortale) sulla strada provinciale 4

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Ennesimo incidente sulla strada provinciale 4, all’altezza di Floristella, che collega Piazza Armerina a Valguarnera e all’autostrada svincolo Dittaino. Una strada diventata ormai tristemente famosa per i numerosi incidenti spesso mortali.

Carmelo Rubino
A perdere la vita nelle prime ore di stamani, verso le 6-6,15 circa, Carmelo Rubino 53 anni di Piazza Armerina che a bordo della sua Fiat Multipla in compagnia della moglie si stava indirizzando in direzione Catania quando, probabilmente a causa del terreno viscido, è volato nella scarpata sottostante. Per l’uomo non c’è stato nulla da fare mentre la moglie è stata ricoverata in gravi condizioni presso il nosocomio ennese. Sul luogo vigili del fuoco, ambulanze del “118”, carabinieri, polizia di Stato e il magistrato di turno che ha disposto la rimozione della salma per essere trasportata presso l’obitorio di Piazza. Carmelo Rubino era una persona stimatissima e conosciutissima a Piazza Armerina, dirigeva una scuola di danza. Messaggi di cordoglio sono stati espressi da numerosi amici sui social. Non è la prima volta comunque che su quella strada maledetta succedono incidenti mortali, l’ultimo in ordine di tempo, a dicembre, un pò più a monte, nel famoso “curvone della morte” sulla 117 bis, quando a perdere la vita dopo mesi di sofferenze fu un operaio forestale. Incidenti che avvengono, in modo particolare durante il periodo invernale, principalmente a gennaio – febbraio, quando il manto stradale è particolarmente viscido per le basse temperature notturne che rende come il sapone. Basterebbe costantemente spargerlo di sale per salvare vite umane, ma non sempre viene fatto. Ironia della sorte, pare che ieri notte fosse stato buttato nel tratto più a nord della 117 bis, tranne che nella contigua SP4. Purtroppo, sono ormai tante le croci che si contano su questa strada, una delle più importanti per mole di traffico dell’intero territorio provinciale. Basta che si abbassano le temperature, uno strato sottile di ghiaccio lungo il percorso e una velocità magari leggermente più sostenuta, per trasformare la vita in tragedia, lutti e dolori. Quanti morti si devono contare ancora? Quante croci devono ancora essere piantate? E quante famiglie si devono distruggere? Vittime innocenti che pagano il più delle volte l’incuria e le lungaggini di enti e istituzioni, sorde da 30 anni ai richiami, alle denunce, ai gridi d’allarme di chi e non solo, giornalmente percorre quella strada maledetta con auto e grossi mezzi. Lavoratori pendolari, studenti, pazienti che si recano in ospedale, operatori commerciali, turisti. Si, perché tra l’altro, è la strada che conduce alla Villa del Casale e Morgantina ed è piena di frane, buche, smottamenti, avvallamenti e deformità. Ma oltre a ciò manca un elemento fondamentale per la sicurezza, ovverossia la segnaletica orizzontale che aiuta gli automobilisti, nelle ore serali e invernali e in caso di nebbia fitta a salvare la pelle. Bel biglietto da visita davvero! E dire che nel 2017 dallo Stato sarebbero dovuti arrivare per tutta l’Isola 235 milioni di euro per la viabilità primaria e secondaria, 98 milioni dall’accordo di programma con l’Anas e altri 137 dal Patto per il Sud. L’assessore alle Infrastrutture Marco Falcone oltre un anno fa, dopo aver effettuato un sopralluogo ebbe a dire che nell’arco di pochi mesi la Sp4 sarebbe passata sotto l’egida dell’Anas e che subito dopo il passaggio ci sarebbe stata la realizzazione di un progetto per rimetterla completamente a nuovo. A distanza di tempo, oggi sembra che detto passaggio sia in itinere, ma la strada, un tratto di 20 Km. circa, versa però in condizioni sempre peggiori.

Rino Caltagirone

Mafia, il sindaco di Barrafranca indagato: il Comune parte civile contro il boss Bevilacqua

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Il Comune di Barrafranca si costituirà parte civile al processo con rito immediato contro il boss di Cosa nostra Raffaele Bevilacqua e i figli, che si apre il 23 febbraio prossimo. Il processo scaturisce dall’operazione “Ultra” della Dda di Caltanissetta che a luglio 2020 ha portato a 46 misure cautelari. Così riporta la notizia l’agenzia di stampa AGI.
Il sindaco di Barrafranca, Fabio Accardi, è tra gli indagati dell’operazione e, a fine agosto 2020 il ministero dell’Interno ha disposto la verifica, svolta da una apposita commissione prefettizia, per accertare eventuali infiltrazioni della criminalità organizzata, sul procedimento di formazione della volontà degli organi elettivi ed amministrativi. Accardi, che in passato ha rivestito il ruolo di presidente della Srr di Enna, è stato intercettato al telefono con Raffaele Bevilacqua, con il quale, in videochiamata, ha intrattenuto una conversazione mentre era in compagnia di uno dei figli del boss. Secondo le accuse Accardi, che ha firmato la delibera di giunta con la quale si dispone la costituzione di parte civile al processo, avrebbe comunicato ai Bevilacqua il nome della ditta aggiudicataria del servizio di smaltimento dei rifiuti urbani di Barrafranca. Il titolare sarebbe poi stato costretto ad affittare un’area di proprietà di uno degli indagati, come deposito dei mezzi e avrebbe avuto pressioni per assumere persone vicine alla cosca. Per gli inquirenti, il sindaco Accardi non è da considerarsi «a disposizione» della famiglia mafiosa anche se avrebbe aggiornato il gruppo sulle procedure di gara e sugli aggiudicatari, accuse che ha sempre respinto. Imputati al processo con giudizio immediato sono Raffaele Bevilacqua ed i tre figli, Flavio Alberto, Giuseppe Emilio e Maria Concetta, avvocatessa che secondo le accuse avrebbe incontrato nel suo studio legale di Barrafranca gli affiliati della cosca ai quali avrebbe anche consegnato i messaggi del padre contenenti le indicazioni sulle attività da svolgere e le iniziative da intraprendere che, insieme al fratello avrebbe anche preso parte a scelte e organizzato gli incontri tra gli affiliati ed il padre nell’appartamento di Catania dove questo risiedeva dal 2018. “Un percorso intrapreso dal Comune dovuto dal punto di vista civile – ha detto Accardi – sottolineando di non essere tra gli imputati del processo che si apre a febbraio – e morale. Sono sereno”.


Colpo di coda del covid nel nicosiano, atto IV: sanzionato il ristoratore di Nicosia per la festa del 20 dicembre

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Dopo più di una settimana dal clamore mediatico, e quindi i vari provvedimenti che ci siamo augurati e sono seguiti, ci perviene la notizia che a seguito di accertamenti esperiti da personale del Commissariato di P.S. di Nicosia, è stato sanzionato il noto ristoratore di Nicosia per l’inosservanza delle norme anti contagio. È stato appurato, infatti, che, in data 20 dicembre 2020 (periodo di “zona gialla”), si è tenuta una festa privata a pranzo presso un noto locale di Nicosia alla quale avevano partecipato molte persone di diversi nuclei familiari provenienti da varie aree territoriali.
Il ristoratore, in quella circostanza (si legge nella nota della Polizia), non ha fatto rispettare le norme relative all’uso obbligatorio della mascherina, non ha fatto osservare il distanziamento sociale e ha collocato per tavolo un numero maggiore di commensali rispetto a quelli previsti.
Sono in corso ulteriore attività per acclarare eventuali altre responsabilità.
Rinnoviamo il nostro augurio che in questa faccenda emergano chiare le responsabilità di tutti in modo da poter non solo stabilire la verità ma anche affinchè l’intera faccenda possa essere monito, aldilà della sanzione, a chiunque del grave pericolo che si corre nel non rispettare le misure anti-contagio, non un’imposizione politica di stato dittatoriale, ma leggi dettate dal buonsenso dopo appropriati e acclarati studi scientifici. La scienza, attraverso la continua ricerca, ci sta mettendo in guardia dai pericoli che corriamo e, allo stesso tempo ci sta salvando attraverso lo sviluppo di un vaccino. Non sta a noi scegliere se affidarci o meno, ma è imperativo categorico affidarci alla scienza in quanto solo grazie ad essa riusciremo ad uscire migliori e più forti di prima da questa pandemia.

Nissoria. Denunciato 31enne di Agira nascondeva più di 700 munizioni nella camera da letto

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I carabinieri della Stazione di Nissoria (EN) e dello Squadrone Eliportato “Cacciatori Sicilia” hanno denunciato un trentunenne, agirino, con l’accusa di detenzione abusiva di munizionamento. I militari, nel corso di un mirato servizio finalizzato alla ricerca di armi e munizioni non denunciate o comunque illegalmente detenute, dopo aver spiegato al predetto le ragioni della loro presenza, hanno fatto ingresso nell’azienda agricola con annessa abitazione di campagna di cui il soggetto aveva la disponibilità, sottoponendo a perquisizione l’intero stabile. Nel corso delle attività, i carabinieri hanno rinvenuto, occultati al secondo piano dell’immobile, all’interno di una delle camere da letto, in un vano tipo nicchia ricavato nella parete, un contenitore metallico di color verde in dotazione alle forze armate di quelle usate per contenere le munizioni ed un sacchetto di plastica, contenenti complessivamente settecentoundici cartucce di vario calibro. Essendo sprovvisto di qualsiasi titolo autorizzativo alla detenzione di quelle munizioni, comunque in numero talmente consistente da essere nettamente superiore ai limiti consentiti anche in possesso di eventuale licenza per porto d’armi e munizioni, l’uomo è stato denunciato a piede libero dai carabinieri che hanno anche ovviamente provveduto al sequestro di tutte le cartucce rinvenute. L’interessato dovrà ora rispondere del reato di detenzione abusiva di munizionamento, secondo quanto previsto dagli articoli 697 del Codice Penale e 38 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza.

Enna: sanzionati titolare esercizio commerciale al dettaglio e clienti per violazione norme anti covid

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Agenti della Sezione Volanti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura di Enna sono intervenuti presso un esercizio di commercio al dettaglio di prodotti vari del capoluogo dove si era registrato un assembramento di molte persone.

Le decine di persone identificate, che si trovavano sul posto, erano per la maggior parte prive dei dispositivi di protezione individuale e non mantenevano la distanza interpersonale di almeno un metro.

Gli Agenti di Polizia, dopo averle ammonite a indossare le mascherine, li invitavano a uscire dai locali e ad entrare in un successivo momento secondo le previsioni normative per evitare l’eventuale contagio (rapporto tra metri quadri e presenza contestuale di più persone).

Il titolare dell’azienda e i vari avventori verranno sanzionati a norma delle vigenti disposizioni inerenti l’emergenza epidemiologica da Covid-19.

Enna: avviate nuove indagini per l’omicidio di Vanessa Scialfa

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Enna. Nuove indagini difensive sono state avviate ad un mese dai danneggiamenti della tomba a Enna e della stele realizzata nella strada sotto il confine della ex miniera di Pasquasia che ricorda Vanessa Scialfa, la ventenne uccisa 9 anni fa dal convivente Francesco Lo Presti. Gli avvocati Eleanna Parasiliti Molica, Patrizia Di Mattia e Mauro Lombardo sono stati incaricati dai genitori della vittima, Giovanni e Isabella Castro, di avviare l’iter che porti alla riapertura delle indagini sull’omicidio della figlia. I legali hanno avviato indagini difensive ed hanno già ascoltato alcune persone informate sui fatti.
Secondo indiscrezioni si sarebbe cominciata a delinearsi un’ipotesi, da approfondire, che presenta un collegamento con le vicende correlate alla morte di Vanessa. Secondo il collegio di difesa i danneggiamenti a distanza di 9 anni dalla morte della giovane avrebbero un movente che porta a una pista nuova che, auspicano i tre penalisti, potrebbe portare alla riapertura delle indagini. Nessuna dichiarazione arriva dai legali, annunciando che un report sulle loro indagine sarà comunicato a magistrati e investigatori, nei quali, sottolineano, ripongono piena fiducia. Per i genitori di Vanessa, Francesco Lo Presti condannato, in via definitiva a 30 anni di carcere, non era solo quando ha ucciso la figlia. Lo testimonierebbe il fatto che nella macchina dell’omicida, nella quale sarebbe stato trasportato il corpo di Vanessa, non sono mai state trovate tracce di sangue, nonostante il lenzuolo dove era avvolta la
povera ragazza, strangolata e poi finita con uno straccio imbevuto di candeggina, fosse intriso di sangue. Il collegio di difesa chiede anche di fare luce sulla relazione di servizio di un agente che, il giorno dell’omicidio di Vanessa, avrebbe omesso di scrivere, nella relazione di servizio, alcune telefonate intercorse con l’omicida, che era un ‘confidente’ della polizia.

Troina: Polizia sanziona, chiude per 5 giorni bar e sequestra slot machine, clienti sorpresi a giocare

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Nella mattinata di ieri agenti del Commissariato di P.S. di Nicosia hanno effettuato un controllo amministrativo all’interno di un bar sito nel Comune di Troina.

Veniva accertato che, in una saletta secondaria dell’esercizio pubblico, alcuni avventori erano intenti a giocare con le slot machine, in palese violazione dell’attuale normativa anti Covid-19 che vieta assembramenti e consumazione di cibi e bevande in detti locali.

Nel corso della verifica è stato pure appurato che le macchine da gioco non erano collegate con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Stato poiché sono attualmente sospese tutte le attività riguardanti il gioco e le scommesse.

Per il gestore del bar, G.P. di 47 anni, è scattata la sanzione amministrativa con la sospensione accessoria per 5 giorni dell’attività ed il sequestro delle slot machine, oltre che la segnalazione delle contestazioni alle Autorità competenti.

Al vaglio degli inquirenti del Commissariato di P.S. di Nicosia la posizione dei clienti.

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